domenica 9 settembre 2007

Settore Giovanile: Come allenare

Sono stato spinto a scrivere questo post dopo che ho saputo che un allenatore della categoria Giovanissimi regionali, di una società vicino a dove abito, nelle Marche, ha fatto fare una preparazione ATLETICA hai suoi allievi, con tanto di doppie sedute giornaliere e TEST DI COOPER finale.
Purtroppo al peggio non c’è mai fine. Ecco come la penso sull’allenamento dei piccoli e dei giovani.
Primo obiettivo di ogni allenamento deve essere, così come lo ho è nei grandi, far toccare il più volte possibile la palla ad ogni singolo ragazzo. Quindi, le file in attesa del turno sono lo specchio di un allenamento organizzato male e gestito peggio;
Il secondo obiettivo deve essere la cura esasperata di tutti i gesti tecnici con l’utilizzo dei muri, anche inclinati, e delle forche. Avendo cura di stimolare il piede non dominante. Sarà il caso di utilizzare più stazioni in modo da eliminare le file.
Terzo obiettivo, di ogni allenamento, deve essere la cura della tecnica applicata con particolare cura al 1 vs 1 e al 2 vs 2, soprattutto nelle prime classi ma anche nella juniores. Oggi c’è difficoltà a trovare giocatori bravi a marcare e a saltare l’uomo perché non si insegna più il 1 vs 1.
Il quarto obiettivo deve prevedere l’insegnamento della tattica INDIVIDUALE, con particolare attenzione alla cura dello marcamento (fondamentale è insegnare tutti i tipi di contromovimento) e allo stimolo psicocinetico nel percepire “DOVE ANDRA’ A FINIRE LA PALLA DOPO QUALCHE PASSAGGIO”. Questi quattro obiettivi permettono al ragazzo di apprendere quelle abilità che in futuro non riuscirà più ad imparare. Mentre da adulto POTRA’ SEMPRE IMPARARE LA TATTICA COLLETTIVA.

Nel nostro settore giovanile della Grottese dove alleno è vietata qualsiasi esercitazione di tattica collettiva e qualsiasi allenamento a secco senza la palla.

Dai Piccoli amici fino alla Juniores bisogna vietare gli allenamenti atletici e di tattica collettiva. Ciò anche perché il fisico si forma fino a 19 anni e non si può “DISTURBARE” questo sviluppo con dei carichi di lavoro che non servono a niente. Allenare fisicamente il giovane calciatore è come se si da una medicina di cui non si conoscono gli effetti collaterali. Eventuali lavori fisici devono essere concordati con lo staff medico e con il pediatra del giovane e soprattutto devono essere mirati ed individuali e svolti al di fuori dell’allenamento.

E’ ora di smetterla con gli allenatori che anche nel settore giovanile giocano per VINCERE, non fanno giocare tutta la panchina e obbligano la squadra a rigidi comportamenti di tattica collettiva.

Io porto sempre l’esempio della Roma che non vince mai il campionato primavera o il Viareggio ma è l’unica squadra che sforna in quantità industriali GIOCATORI di serie A.

Se sei un allenatore o un responsabile del settore giovanile domandati: QUANTI GIOVANI HAI FORMATO CHE ORA GIOCANO IN INTERREGIONALE O PIU’?

Non sei bravo se vinci le coppe del nonno ma sei bravo se crei giocatori.

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